E’ partito con gran battage mediatico il servizio di condivisione monopattini elettrici a Collegno. Repubblica addirittura si spinge a titolare “Collegno insegna a Torino come fare”, riferendosi alla creazione di aree di rilascio (cosiddetto station-based anziché free floating).
In questa esaltazione mediatica, anche il Sindaco Casciano si fa prendere dall’entusiasmo dichiarando che Collegno è la prima città in Italia non capoluogo ad offrire questo servizio. E’ così?
Abbiamo fatto qualche ricerca e pare che Collegno NON sia la prima città non capolouogo ad offrire i monopattini in sharing. In fondo fu il ministro Toninelli a presentare il servizio più di un anno fa.
Con la sperimentazione di gennaio 2020, alcune città hanno iniziato ad offrire il servizio: tra queste Misano Adriatico e la già citata Cattolica (13mila e 16mila abitanti rispettivamente) in provincia Rimini (anch’essa protagonista, ma rientra tra i novelli capoluoghi di provincia). A queste si aggiungono ovviamente numerosi capoluoghi di provincia e regione, tra cui Roma, Milano e Torino che sono le prime tre città italiane per numero di servizi.
Un suggerimento dunque al sindaco Casciano: non farsi prendere all’ansia da prestazione mediatica e correggere in “Collegno tra le prime città non capoluogo”, essendo altre amministrazioni comunali arrivate al traguardo mesi fa.
Importante sarebbe insistere, più che su chi è arrivato per primo in una gara che non esiste se non per la propaganda, sulla sicurezza.
Il problema più preoccupante è l’incidentalità. Secondo quanto riporta l’Osservatorio Asaps sui monopattini, il numero di sinistri gravi è aumentato sensibilmente. Un comportamento “selvaggio” da cui ha messo in guardia anche il sindaco di Milano Beppe Sala:
C’è chi fa la gara ad arrivare primo pur non essendolo, e chi si preoccupa della sicurezza dei cittadini.