Chi passa frequentemente dalla stazione ferroviaria di Collegno non può rimanere stupito dai numerosi locali abbandonati da anni al loro destino. Ci segnala il lettore Massimiliano Nanotti che in passato c’erano stati tentativi di recuperare i locali, chiusi da anni senza un vero motivo.
“I pendolari – spiega Nanotti – aspettano i treni all’aperto, anche d’inverno o quando piove: una scelta incomprensibile, sapendo che potrebbero essere utilizzate le stanze vuote che una volta ospitavano biglietteria e sala d’aspetto”.
“Mi risulta che qualche anno fa Comune e RFI avessero iniziato a discuterne per trovare soluzioni, arrivando anche ad alcune ipotesi concrete per il riutilizzo. A causa di avvicendamenti tra i dirigenti di RFI, la situazione non si è più sbloccata. Con l’attuale pandemia è probabilmente impossibile pensare di aprire, ma sarebbe interessante sapere se si sono fatti passi avanti dal punto di vista burocratico e se, passata la pandemia, i locali della stazione possano essere riaperti ed utilizzati”.
Il sindaco Casciano, sollecitato nel gennaio 2019, spiegava che “la Stazione è delle Ferrovie dello Stato. Per superare la questione abbiamo dato disponibilità come Comune per trovare gestore. La selezione ha portato ad alcune associazioni interessate. La selezione del soggetto è quindi in corso. Confidiamo in un esito positivo“.
Spiegazione che aveva creato qualche malumore in alcune associazioni, perché – a detta di alcuni – il piano terra sarebbe stato “riservato” ad associazioni vicine alla Giunta, lasciando a bocca asciutta altri soggetti. Le associazioni destinatarie del piano terra avrebbero dovuto farsi carico di aprire e chiudere i locali per i pendolari e manutenere il bagno pubblico.
Che la ricostruzione sia veritiera o frutto di scaramucce politiche, la realtà è comunque unica: da gennaio 2019 quando il sindaco Casciano aveva promesso un esito positivo della selezione, non è però successo nulla. Ovviamente nel 2020, forse complice la pandemia, nemmeno.
Speranze nel 2021?
“La complessiva risistemazione urbanistica sarà necessaria con la fine dei lavori di prolungamento della metro – conclude Nanotti – quando diventerà operativa la Stazione Certosa, a circa 800 metri dall’attuale stazione ferroviaria: occorrerebbe avvicinare le due infrastrutture”. Potrebbe essere l’occasione per discutere nuovamente con RFI la riapertura dei locali, e il recupero degli spazi sia a favore dei pendolari, sia a favore della cittadinanza e delle associazioni.
In oltre due anni, a parte una vaga promessa di esito positivo, non è successo nulla. Sarebbe utile capire se la Giunta ha intenzione di procedere, oppure se la riapertura dei locali di servizio sia definitivamente da archiviare.
Tra un monopattino e una foto di umarell del cantiere metro, chissà che qualcuno non risponda ai cittadini….