Sarà demolita completamente e sostituita da travi lignee l’attuale copertura in calcestruzzo della Piscina Bendini, chiusa dalla primavera 2020 per interventi di riqualificazione energetica. I lavori per circa 2 milioni di euro prevedono la trasformazione della piscina in edificio NZEB (edificio ad emissioni quasi nulle) con la realizzazione di interventi per la riduzione dei consumi energetici, utilizzo di fonti rinnovabili, adeguamento statico e il rifacimento del manto di copertura.
I lavori avrebbero dovuto durare, secondo quanto affermato dal Sindaco Casciano e dall’assessore Treccarichi a giugno 2020, circa 240 giorni ovvero fino ai febbraio 2021. “Partono i lavori”, recitava il comunicato. Che, se l’italiano non è un’opinione, è diverso da “tra qualche mese partiranno”…
In un successivo aggiornamento, però, la data della partenza è stata fatta slittare al 15 settembre 2020, addirittura scrivendo che la domanda per riqualificazione energetica era stata presentata ad agosto 2020 (ma i lavori non erano partiti due mesi prima, a giugno 2020? Siamo confusi…)
Chi abita a Collegno sa però che tra gli annunci dell’amministrazione e il completamento vero dei lavori spesso c’è una differenza di mesi come per la Piscina Bendini o di anni, come nel caso della scuola Matteotti il cui cantiere si trascina dal novembre 2017.
E’ di oggi la notizia di un affidamento diretto (niente gara d’appalto) alla stessa azienda che ha fatto gli scavi della scuola Matteotti nel 2018 per un totale di 80mila euro circa: c’è da demolire completamente la copertura della Piscina, perchè non è possibile ristrutturarla.
La perizia parla di strutture in cemento armato “in pessimo stato di conservazione, con vaste e diffuse aree con evidenti segni di degrado, armature prive di copriferro e pesantemente ossidate”.
La tribuna “è inagibile e presenta un solaio fortemente sfondellato con armature dei travetti a vista e con evidenti segni di corrosione”, mentre “la soletta di copertura della piscina è gravemente compromessa con distacchi di coperiferro ed armature in vista con segni di corrosione”.
Una situazione talmente compromessa da non permettere il ripristino: prima di effettuare l’intervento di adeguamento sismico serve ripristinare le strutture degradate così da riportarle alle originarie condizioni di resistenza ma, viste le pessime condizioni della copertura esistente, si è optato per la rimozione di tutta la struttura portante e la sua sostituzione con elementi in legno lamellare.
Nella determina dirigenziale si sottolinea che l’affidamento diretto serve per non allungare i tempi previsti di 200 giorni (la Città dice 240 giorni sul proprio sito web, ndr), e fissa la data di fine lavori all’11 ottobre 2021. Seguirà poi la gara d’appalto per l’affidamento della gestione della piscina, dunque la riapertura slitterà probabilmente al 2022 inoltrato.
Come dice l’assessore Treccarichi in una recente lettera, noi cittadini facciamo “letture poco tecniche” perché siamo persone semplici… con con il calendario però siamo bravini: se i lavori dovevano durare 240 giorni (o addirittura 200 come dichiarano i documenti ufficiali?) e sono partiti a giugno 2020, terminarli ad ottobre 2021 significa 480 giorni e non 200 o 240.
E chiediamo, ancora una volta, che chi sbaglia abbia il coraggio di confrontarsi con tutti i cittadini e si dimetta quando dimostra che non è all’altezza del compito affidato dai collegnesi.