Foto, strette di mano, comunicazione che lascia intendere che i collegnesi avranno una corsia preferenziale nelle assunzioni del nuovo punto vendita Eurospin.
Una collaborazione che “tiene conto delle esigenze imprenditoriali e quelle del territorio anche dal punto di vista occupazionale” dichiarano il sindaco Casciano e l’assessore Garruto.
”Si è deciso – si legge nel comunicato stampa istituzionale – di valutare la prossimità territoriale alla sede aziendale del personale da inserire nel proprio organico in presenza dei requisiti, delle competenze richieste, dei profili ricercati, con particolare riferimento alla popolazione residente in Collegno”.
Ma della priorità di assunzione per i collegnesi non c’è traccia esplicita. Tra un residente in Parella a Torino e un residente a Collegno verrà assunto il secondo perché abita a Collegno? Improbabile. Chiunque abbia i requisiti richiesti per le posizioni lavorative può candidarsi e il comune di residenza non dovrebbe – almeno ufficialmente – influire.
La legge vieta di discriminare in fase di assunzione: il decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, vieta ‘qualsiasi discriminazione per quanto riguarda l’accesso al lavoro […], compresi i criteri di selezione e le condizioni di assunzione indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale’. Un concetto presente anche nella legge 40 del 1998 che definisce “discriminazione ogni comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l’ascendenza o l’origine nazionale“, dove per estensione potrebbe rientrare anche la residenza.
Un concetto che già nel 2010 era stato ribadito dalla corte di giustizia europea: in una nota della Commissione dell’organo comunitario (IP/10/800), si leggeva che “la libera circolazione dei lavoratori è un diritto fondamentale dell’Unione europea e anche la priorità concessa sulla base della residenza costituisce, per gli stessi motivi, una discriminazione indiretta in base alla nazionalità”.
Non possiamo fare altro che osservare che, come spesso succede, la narrazione e la realtà divergono: se da un lato si parla di priorità ai collegnesi, dall’altro la legge dice che discriminare non è possibile. Qual è dunque la verità? I collegnesi avranno davvero la priorità?
A margine, una curiosa coincidenza: alcune settimane fa, in occasione dell’apertura del punto vendita di Rivoli, è uscito un comunicato praticamente identico. Con la precedenza stavolta ai rivolesi.
“Obiettivo comune quello di promuovere l’occupazione sul territorio, allo scopo di organizzare e arricchire mutualmente le attività di politica attiva del lavoro in favore dei cittadini e le iniziative di promozione dello sviluppo economico locale.” il testo rivolese, identico a quello collegnese che parla di “ricerca di azioni integrate per promuovere l’occupazione sul territorio, allo scopo di organizzare e arricchire mutualmente le attività di politica attiva del lavoro in favore dei cittadini e le iniziative di promozione dello sviluppo economico locale.”
E ancora “Si è quindi deciso di valutare la prossimità territoriale alla sede aziendale del personale da inserire nel proprio organico in presenza dei requisiti, delle competenze richieste, dei profili ricercati, con particolare riferimento ai residenti a Rivoli”, che diventa “Si è quindi deciso […] con particolare riferimento ai residenti a Collegno”.
Un copia e incolla casuale? O una strategia per far “digerire” ai cittadini le continue aperture di supermercati, che mettono in difficoltà il piccolo commercio di vicinato e i mercati? Si contano sul territorio collegnese circa 15 supermercati nel raggio di circa due chilometri dal nuovo Eurospin, che dista pochi metri il linea d’aria da Aldi e Coop. E due nuove strutture commerciali sono in arrivo a pochi metri, nell’area ex Mandelli e nell’area ex Ctrea.
Ma se assumono collegnesi, basta un poco di propaganda e la pillola va giù…