Con una decisione unanime, la giunta collegnese ha deciso di rinunciare ad un parcheggio pubblico da 1750 metri quadri in Via Antonelli e ha optato per incassare 103mila euro. O almeno provarci dato che la società che dovrebbe versarli nel frattempo è fallita.
La storia risale al maggio 2011, quando la Società G.E.M. Immobiliare s.r.l., in qualità di proprietaria del complesso immobiliare già ad uso industriale e commerciale di Via Antonelli n. 16 , si fece promotrice di un progetto edilizio di riqualificazione del complesso immobiliare stesso, che prevedeva la realizzazione di una palestra all’interno dell’immobile.
Ad ottobre del 2011, la città diede il via libera per il progetto di “Realizzazione di palestra mediante modifiche interne ed esterne al fabbricato indicato negli elaborati progettuali con lettera “A” previa demolizione della palazzina uffici–abitazione esistente indicata con la lettera “B”” sull’area di Via Antonelli 16. Nel permesso di costruire, però, era prevista la destinazione a parcheggio pubblico di un’area di 1725 metri quadri circa, da reperirsi all’interno del lotto, area che doveva essere obbligatoriamente assoggetta ad uso pubblico. In sostanza, il permesso di costruire era vincolato alla realizzazione, nel lotto di Via Antonelli, di un parcheggio pubblico.
Nel marzo 2012, la giunta comunale approvò lo schema dell’obbligo unilaterale, con una deliberazione intitolata “Atto unilaterale d’obbligo di assoggettamento ad uso pubblico area a parcheggio prevista nel Permesso di Costruire n. 115/2011 rilasciato alla Società Gem Immobiliare per insediamento palestra da parte della ditta Tonic”. Tale atto fu poi presentato al notaio e depositato nell’aprile 2012.
Nel giugno 2018, però, la società viene dichiarata fallita: degli obblighi presi nessuna traccia (dal 2012 al 2018 nessun parcheggio), tanto che nel settembre 2018 la città si insinua al passivo. Arriva così il 2022, quando il curatore fallimentare della Società G.E.M. Immobiliare s.r.l. ha chiesto l’autorizzazione a monetizzare la superficie di 1.725,5 metri quadri, ovvero versare alla città una cifra predefinita anzichè realizzare il parcheggio pubblico. Si tratterebbe – il condizionale è d’obbligo – di versare 103.500 euro circa invece del parcheggio.
A quel punto il comune di Collegno, ponendosi lo stesso dubbio che chiunque si sarebbe posto ovvero quale sia la probabilità che una società fallita possa versare soldi, chiede al curatore fallimentare di chiarire quali siano le prospettive di realizzo dei crediti del Comune di Collegno nell’ambito del fallimento “sia nell’ipotesi in cui la procedura riesca a vendere i cespiti dell’attivo fallimentare, sia nell’ipotesi in cui ciò non avvenga”.
Il curatore risponde che l’attivo consentirà il solo soddisfacimento delle spese di procedura lasciando del tutto incapienti i creditori. Ovvero al momento nessun importo può essere versato. Qualora l’immobile di Via Antonelli 16 rimanga nell’attuale situazione, secondo il curatore la vendita consentirà un “modesto riparto per il creditore ipotecario” ovvero un importo molto basso. L’unica possibilità per recuperare la cifra è secondo il curatore di riuscire a vendere l’immobile come palestra andando a versare anche l’IMU maturata nel corso della procedura fallimentare.
A questo punto, la sorpresa: secondo la Giunta è “vantaggioso per il territorio scongiurare che l’edificio in questione possa essere soggetto a progressivo abbandono in ragione di una scarsa attrattività commerciale e che le attività attualmente insediate possano spostarsi altrove o addirittura chiudere con conseguente perdita di posti di lavoro e di servizi per la collettività”. Non viene però spiegato come la realizzazione di un parcheggio pubblico potrebbe portare l’edificio a progressivo abbandono. Secondo la Giunta c’è inoltre il rischio concreto di subire un mancato introito a danno delle finanze comunali a causa dell’insolvibilità della GEM: rischio che in realtà esiste comunque, considerando quanto comunicato dal curatore fallimentare.
Si arriva dunque alla decisione della Giunta: il sindaco e gli assessori ritengono conveniente autorizzare la sostituzione dell’obbligo di assoggettamento dell’area (parcheggio pubblico) con la monetizzazione del valore dell’area stessa (€ 103.530,00), “a condizione che tali somme vengano riconosciute in prededuzione dal Giudice del fallimento”.
In sintesi la città rinuncia ad un parcheggio pubblico a favore di 103500 euro che non è detto siano incassabili, stante il fallimento della società. Ma dal 2012 al 2018, qualcuno ha vigilato sul fatto che la società rispettasse l’obbligo di fare il parcheggio? E’ stato chiesto che questo obbligo fosse rispettato, da chi e quando?
Cosa rimarrà ora in mano ai cittadini? Nel caso i soldi non siano incassati, che succederà? E nel caso in cui vengano incassati, saranno usati per aumentare la disponibilità dei parcheggi in zona su una superficie simile oppure no? Nei prossimi mesi, se non anni, le risposte.