Un vero peccato che l’assessore Treccarichi non voglia confrontarsi in pubblico e on line con Collegno Rinasce. Perchè ai numeri puoi far raccontare quello che vuoi, specie se non hai contraddittorio. Ma andiamo con ordine.
In un post pubblico, l’assessore dice che non è vero il comune sentire che le ciclabili collegnesi (mal fatte, a dire il vero) non le usa nessuno. E per dimostrarlo porta un numero: 112mila ciclisti passati da corso Francia nel 2022. Tanti? Pochi?
La prima domanda che abbiamo è quale sia la fonte del dato: rilevamento di 365 giorni? Campionamento? Proiezione? Sono 112mila ciclisti o 112mila passaggi (la stessa persona che passa 4 volte al giorno è contata uno o quattro)? Quanti in direzione Rivoli e quanti Torino? E quali sono i flussi subito oltre quel piccolo tratto di cavalcavia? Sono 112mila anche, ad esempio, su Via Bligny (la ciclabile che parte dall’arrivo del cavalcavia) o su Via Losa (trasformata a senso unico contro il parere dei residenti)? I dati dovrebbero essere resi pubblici e in formato open dalle pubbliche amministrazioni, dunque attendiamo che siano pubblicati sul sito istituzionale della Città per poterli leggere.
La seconda osservazione è sulla metodologia, fallace perchè prende la ciclabile con maggior traffico e fa passare il messaggio che sia dappertutto così. La ciclabile presa come esempio è una ciclabile “obbligata” per chi si muove tra una parte e l’altra della ferrovia: ad esempio tutti gli studenti di Agraria che da Grugliasco vanno a Fermi sono obbligati a passare di lì, non c’è alternativa.
Spari un “numerone” e psicologicamente cerchi di far passare il messaggio cher succede ovunque così. E invece no. Il 99% delle ciclabili collegnesi è – basta un’osservazione empirica – perennemente vuoto rispetto al traffico potenziale. Ciclabili immediatamente adiacenti al cavalcavia vedono un traffico di 1-2 ciclisti al giorno, dunque vorremmo vedere i dati per ragionare sulla media e sulla mediana: parliamo di passaggi medi giornalieri, quante persone transitano ogni giorno sulle ciclabili collegnesi?
Infine, prendiamo il numero totale e guardiamolo più da vicino: 112mila passaggi al giorno, ipotizzando che ogni persona vada avanti e indietro, significa 150 persone al giorno. Esatto, centocinquanta. Sostanzialmente un autobus della linea 36 che passa una volta trasporta una quantità maggiore di persone rispetto ai ciclisti di una intera giornata. Fa già un altro effetto… specie se mettiamo questo numero di fianco al numero di veicoli che transita ogni giorno dal cavalcavia: circa 18mila veicoli, ovvero ipotizzando che qualcuno avrà più di una persona a bordo, significa circa 25mila persone. Ogni giorno.
Paragonate 150 a 25mila, e vedrete che l’affermazione “le ciclabili non le usa nessuno” ha un senso anche matematicamente. Se la ciclabile più trafficata di Collegno ha un traffico ciclistico che rappresenta meno dell’1% del traffico veicolare (ma occupano il 30% dello spazio di carreggiata) , chiunque può concludere che per altre ciclabili si parla di zero virgola zero zero…
E’ dunque sbagliato fare ciclabili? No. Ma le ciclabili vanno fatte non per ideologia o spendere soldi pubblici ottenuti dai finanziamenti. Le ciclabili vanno costruite dove servono, dove c’è un traffico potenziale decente, vanno fatte tenendo conto della viabilità complessiva, vanno fatte tenendo conto degli impatti sui cittadini, vanno fatte senza eliminare prati e abbattere alberi, vanno raccordate tra loro e non fatte casualmente. Tutte cose che purtroppo qui a Collegno sono successe. Sì alle ciclabili e no alla ciclabili fatte male.
Non servono ulteriori numeri per sottolineare i pessimi risultati ottenuti finora. Millemilioni di cose già dette!