Nell’ottobre 2021 l’amministrazione decise di spendere 52mila euro per realizzare sul sito istituzionale un chatbot, ovvero un’assistente virtuale che aiutasse i cittadini a trovare risposte e indicazioni in maniera automatica.
Una spesa di 52mila euro per “agevolare, semplificare ed implementare la comunicazione tra i cittadini ed alcuni settori dell’amministrazione, in particolare anagrafe cittadina (ambito su cui vertirà la sperimentazione in fase iniziale), tributi, ambiente”. Nell’idea della giunta i cittadini avrebbero dovuto usare l’assistente virtuale per “richiedere documenti e permessi, prenotare appuntamenti con i vari uffici, caricare e scaricare documenti previa autenticazione tramite SPID o CIE, pagare direttamente in chat attraverso PagoPA”.
I dubbi sul funzionamento – e sulla scelta del prodotto – sono nero su bianco, tanto che scrivevamo: “L’assistente (chatbot) del Comune di Collegno funziona? Implementa complicati algoritmi o manca delle basilari regole tipiche dei chatbot? I cittadini che l’hanno provato non sono soddisfatti: risponde alle richieste base, fatte con linguaggio predefinito e non naturale, ovvero è l’utente che si adatta alla macchina e non viceversa. E non appena si fa una domanda più articolata, l’assistente non è in grado di capire”.
Il progetto era fallimentare sin dall’inizio (tanto che ci chiedevamo se i soldi pubblici collegnesi fossero ben spesi) e in questi giorni apprendiamo che il fallimento è letterale: oltre 12 mesi fa, più precisamente il 15 giugno 2022, il curatore fallimentare ha comunicato all’amministrazione il fallimento della società Sistem-evo, fornitore del servizio di assistente virtuale scelta senza una gara pubblica ma usando il MEPA con trattativa diretta.
Nel dicembre 2020 il servizio fu affidato per 52.637,52 euro di cui 18.300 nel 2020 per l’acquisizione della piattaforma “assistente virtuale” e relativa attivazione ; 11.355 euro nel 2021; 11.491,26 nel 2022 e 11.491,26 euro nel 2023. Nel marzo 2022, a seguito delle variazioni dell’imposta del valore aggiunto e della decorrenza del canone di gestione del servizio, venne rideterminato il cronoprogramma anche economico dell’appalto, spostando la scadenza al 1 Agosto 2024. Ma, a seguito del fallimento, con la fine del 2021 l’assistente virtuale è stato rimosso dal sito del comune di Collegno: circa 30mila euro di soldi pubblici spesi (per fortuna i canoni 2022 e 2023 saranno risparmiati) per un servizio che sin dall’inizio aveva destato molti dubbi e non ha mai fornito un servizio all’altezza delle aspettative. Sul sito del comune campeggia ancora il trionfante comunicato di lancio, ma i cittadini non troveranno notizie sul fallimento (che è costato 30mila euro circa).
Chiedevamo già nel 2021 “quante richieste riceve oggi il Comune, di che tipo e con quale livello di complessità? Queste sono le metriche che dovrebbero guidare un investimento importante di soldi pubblici, per poter misurare il successo della sperimentazione e determinarne i risultati” e ancora “Quante chiamate saranno evitate grazie all’assistente virtuale? Quante visite di persona e a che uffici c’erano (ovviamente pre-Covid) e quante saranno evitate con l’assistente virtuale perchè i cittadini avranno la risposta on line? Quali sono i KPI (le metriche su cui si misura la bontà di un progetto) e quali gli obbiettivi che ci si è dati prima di investire?”.
Domande rimaste senza risposta, ennesima spesa di soldi pubblici finalizzata a dipingere una realtà che non esiste.