Ennesima beffa per i cittadini di Borgata Paradiso alle prese con la puzza di gomma: dopo mesi di speranza e una relazione dell’Arpa sulla puzza, si va verso il rinnovo dell’autorizzazione ambientale. Nonostante proteste, osservazioni, progetti di “annusamento”, la produzione di gomma in mezzo alla case non sarà fermata.
Il problema da anni affligge i cittadini di Borgata Paradiso tra Collegno e Grugliasco. Nel gennaio 2023 sembrava esserci qualche spiraglio, con l’ARPA che diceva “come più volte rimarcato negli anni la situazione urbanistica presente, oltre a non rispettare le norme previste dall’art. 216 del R.D. 1265/34 sulle industrie insalubri, rende difficoltoso qualsiasi intervento tecnico di mitigazione delle emissioni odorigene” perchè l’azienda è pochi metri dalle case.
La conclusione ARPA era stata perentoria: serve intervenire. Peccato che passati mesi e mesi, la situazione non sia affatto cambiata. Dalla scorsa estate è in corso la procedura di rinnovo del documento di autorizzazione ambientale, necessario all’azienda per operare.
Nella primavera scorsa, ARPA aveva chiaramente detto ai cittadini che le strade per eliminare gli odori sarebbero state due: la prima, più drastica e risolutiva, con lo spostamento dell’azienda lontano dalle case (ma serve ovviamente l’accordo con l’azienda stessa); la seconda la realizzazione di un nuovo impianto di abbattimento odori, senza la certezza di risolvere il problema che affligge i cittadini da decenni.
Questa valutazione avrebbe dovuto essere fatta dall’amministrazione pubblica durante l’iter di rinnovo dell’Autorizzazione Ambientale. A che punto siamo? Il procedimento è stato avviato il 28 luglio 2023 e a dicembre 2023, poche settimane fa, si è svolta la conferenza servizi alla presenza della città di Collegno, della città metropolitana di Torino, dell’Asl To3, dell’ARPA e dell’azienda.
L’azienda, con l’istanza di rinnovo, ha presentato un progetto di contenimento emissivo: un filtro per le emissioni provenienti dalla vulcanizzazione della gomma. La pubblica amministrazione aveva chiesto però un confronto tra le possibili soluzioni
impiantistiche, prevedendo ulteriori stadi di abbattimento più specifici per le sostanze maggiormente impattanti
dal punto di vista olfattivo, oppure diverse soluzioni rispetto a quella individuata dall’impresa. Inoltre era stato chiesto un sistema di captazione interna migliore.
Successivamente alla richiesta di integrazione, l’azienda ha effettuato delle proposte di miglioramento ma il Comune di Collegno ha espresso parere negativo, ritenendo che le integrazioni fornite non diano la certezza di risolvere il problema. Poi però la città di Collegno si è dichiarata favorevole al proseguimento dell’attività produttiva, qualora vi fosse una soluzione condivisa tra tutti gli enti presenti: in sostanza se va bene a Città Metropolitana e ASL To3, il comune è favorevole.
La città ha ribadito che si potrebbe valorizzare l’area per una nuova costruzione (un condominio residenziale) spostando l’azienda in altra sede, ma l’azienda ha sottolineato che non sono arrivate proposte concrete di acquisto e comunque lo spostamento satebbe molto costoso e richiederebbe anni.
ARPA aveva proposto di effettuare un piano di monitoraggio nel primo anno di attività post rinnovo autorizzativo valutando la bontà della soluzione attraverso uno specifico piano di monitoraggio da effettuarsi a carico dell’impresa. Al termine del primo anno, si sarebbe potuta effettuare una valutazione complessiva ed eventualmente un riesame, oppure una conferma delle prescrizioni auorizzative. Una sorta di autorizzazione sub-iudice, per verificare che effettivamente il sistema funzioni e gli odori spariscano. Idea che non è stasta accolta.
E adesso? Dopo tante parole e mesi di attesa, si va verso il rinnovo: la decisione finale è stata quella di definire l’obbligo dell’abbattimento a doppio stadio con tempistica di un mese successivo all’autorizzazione per il progetto definitivo e
ulteriori tre mesi per l’installazione dello stesso con la previsione di un piano di monitoraggio per il controllo e la verifica dell’andamento emissivo e odorigeno.
In altre parole, l’azienda dovrà installare un impianto nuovo nella primavera del 2024, non c’è la certezza che funzioni per abbattere gli odori e ci sarà nuovamente un monitoraggio degli odori per qualche mese. Si torna alla casella iniziale, si riparte e il tempo passa… ma una volta concessa l’autorizzazione ambientale, passeranno nuovamente anni prima che il tema venga affrontato nuovamente.