Molti ricordano le feroci critiche all’approvazione della variante ex Mandelli, portata in consiglio comunale dal nuovo sindaco di Collegno Cavallone, all’epoca assessore. Dopo le promesse di D’Ottavio (mai case!) e anni di abbandono con accampamenti abusivi, il progetto di fare – che novità! – case case e ancora case.
Il piano regolatore prevedeva case di 5 piani ma con una variante le altezze vennero raddoppiate e portate a 10 piani: un agglomerato di palazzoni e immancabile superficie commerciale, nonostante i molti supermercati già presenti. Per far “digerire” meglio la cementificazione – pardon, la rigenerazione – venne dato un tocco social, con la previsione di 50 alloggi di edilizia sociale pagati dal PNRR, poi scesi a 32.
Queste le dichiarazioni dell’allora assessore Cavallone all’approvazione del progetto: “Collegno mette al centro l’aspetto sociale dell’urbanistica e la realizzazione di quello che dovrebbe essere un diritto di tutti, ma che troppo spesso non si riesce a realizzare a pieno: il diritto alla casa. Per questo, come da indicazioni del Consiglio Comunale e delle due forze di maggioranza, Partito Democratico e Collegno Bene Comune, sono previsti una cinquantina di alloggi in edilizia sociale con affitti agevolati per le categorie in difficoltà economica come giovani coppie, anziani con pensioni basse, famiglie con disabili, madri e padri single. Questa forma di social housing è la risposta migliore all’aumento costante di richieste di case a prezzi modici per far fronte alle difficoltà di chi, a causa della precarizzazione del lavoro e delle crescenti difficoltà a poter pianificare a lungo tempo la propria vita dal punto di vista economico, fa fatica a trovare la propria indipendenza ed autonomia nell’edilizia libera sul mercato”.
Qualcosa però non è andato come pianificato: qualche centinaia di migliaia di euro per realizzare il progetto preliminare, propedeutico al bando per l’edilizia sociale, e poi il bando. Bando che è andato deserto, nessuna coop si è presentata per realizzare le unità immobiliari di edilizia sociale. E dunque i soldi del PNRR sono stati dirottati all’ATC, che li userò per ristrutturare case popolari.
Morale: 143mila euro spesi per fare il bando saranno pagati dai collegnesi, con applicazione avanzo vincolato, perchè il ministero non ha autorizzato l’uso sul PNRR. I soldi del PNRR andranno all’ATC, oltre due milioni di euro trasferiti. L’edilizia sociale non si farà. Per la città, di tutta la variante che ha concesso più altezze e la possibilità di costruire tanti palazzoni, rimarrà una ricaduta quasi nulla, a guadagnarci saranno altri.
E i collegnesi distratti continueranno a vivere felici e contenti delle storie raccontate sui giornali ma mai fatte sul territorio.