Che qualcosa stesse succedendo lo avevamo subodorato a inizio maggio, quando alcune classi della scuola Marconi furono evacuate. Ufficialmente per evitare che i rumori del cantiere interferissero con l’attività didattica, con uno spostamento temporaneo fino a fine dell’anno scolastico in corso. Scrivevamo “sarebbe utile che l’Amministrazione chiarisse se lo spostamento delle classi e la repentina decisione di effettuare uno studio per adeguare la scuola a livello statico e sismico siano collegati“.
Oggi scopriamo che potrebbe esserci un nesso: non è passato nemmeno un mese e arriva la sorpresa, la Città di Collegno ha ufficializzato il progetto di adeguamento statico e sismico della manica est con demolizione e successiva ricostruzione della manica ovest della scuola. La struttura attuale non è sicura dal punto di vista sismico e interventi di consolidamento effettuati nel corso degli anni – spiegano i documenti a cui abbiamo avuto accesso – non hanno avuto gli esiti previsti.
Ecco perchè il padiglione est, come si evince dal progetto di fattibilità preliminare, sarà oggetto di un adeguamento sismico della struttura, in altre parole la struttura sarà adeguata per evitare rischio di crolli e pericoli. Stesso trattamento per l’attuale palestra.
L’attuale ala ovest sarà totalmente demolita (in giallo nella foto sotto) – segno che non è recuperabile – e sarà realizzato un nuovo blocco con aule per un ciclo di scuola elementare, una sala polivalente e un nuovo blocco spogliatoi per la palestra con atrio di accesso separato, per una superficie di circa 1.250 mq sviluppati su unico piano.
Il costo? Circa 1,5 milioni di euro sono stati richiesti al Governo centrale, che ha stanziato 150 milioni di euro per l’anno 2021 e 250 milioni di euro per l’anno 2022 (per poi salire a 700 milioni di euro l’anno dal 2025 al 2034): i comuni italiani possono spendere i fondi per progetti di rigenerazione urbana e per il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale. I fondi saranno usati per la demolizione dell’ala ovest e per il conslidamento dell’ala est. Altri 700mila euro circa saranno messi dal Comune, a meno che l’edificio nuovo (ala ovest) non possa beneficiare dei contributi del Gestore Conto Termico per l’efficienza energetica: sarà un edificio NZEB (a emissioni quasi zero)?
La durata? Circa un anno di lavori dall’apertura cantiere, anche se sappiamo dalla nuova scuola Matteotti che una durata di 12-18 mesi sulla carta può trasformarsi in quattro o cinque anni effettivi.
Chi conosce la storia della scuola, probabilmente ricorda che venne costruita a partire dal 1955 dove c’era la profonda buca usata per estrarre la ghiaia utile all’allargamento del cavalcaferrovia di Corso Francia negli anni ‘50. La buca fu poi riempita con materiale di riporto (ovvero macerie). Secondo alcuni lettori, la scuola ha sempre sofferto in passato di lievi assestamenti proprio per la natura stessa del terreno su cui poggia. Una conferma arriva dai documenti di progetto: “A causa delle caratteristiche strutturali del complesso scolastico, edificato in tempi differenti a partire dal 1955 al 2004 e con tipologie di fondazione non pienamente confacenti al terreno riscontrato nel sito di costruzione, sono stati già da tempo riscontrati problemi di cedimenti differenziali“.
La stessa relazione tecnica spiega che “l’edificio presenta una elevata vulnerabilità nei confronti delle azioni sismiche per la sua caratteristica strutturale e soprattutto per essere stato costruito in tempi distinti con edifici strutturalmente indipendenti tra loro, ma in assenza di giunti strutturali (edificio originale, ampliamento e palestra) che possono creare fenomeni di martellamento. Pertanto si riscontrano livelli di sicurezza nei confronti del sisma molto bassi“. In altre parole, la struttura attuale in caso di terremoto è a forte rischio
Eppure nella nota della stampa locale, poco meno di un mese fa, si parla di spostamento temporaneo perchè i lavori della metro avrebbero fatto rumore. La notizia appare ancora oggi sul sito della Città di Collegno. Nessun accenno a problemi strutturali di alcun tipo. I bimbi torneranno in aula a settembre?
Sui documenti ufficiali, sembra però che il problema possa essere più grave: “A seguito delle indagini e verifiche condotte, l’edificio scolastico ha evidenziato criticità e aspetti di vulnerabilità degli apparati strutturali, nei confronti sia dei carichi di natura statica sia nei confronti del comportamento dinamico in caso di eventi sismici”. Insomma una struttura a rischio?
E’ ovviamente un bene che l’amministrazione decida di mettere in sicurezza una struttura a rischio, e costruire un nuovo padiglione in sostituzione di quello demolito. La domanda che ci facciamo e che si fanno i genitori degli alunni che hanno frequentato la scuola dell’infanzia in questi ultimi anni scolastici è però inevitabile: la struttura era già a rischio?
Lo spostamento delle classi avvenuto a maggio ufficialmente per il rumore dei lavori, era dovuto ai problemi sismici?
Gli alunni rientreranno in aula a settembre come comunicato dal sindaco Casciano tramite le pagine del sito della Città, oppure saranno sistemati in altre strutture o in container provvisori? Sarebbe gravissimo scoprire che il trasloco di maggio non fu effettuato per i rumori dei lavori metro… Il sindaco Casciano può fare urgentemente chiarezza?