Il Comune di Collegno ha inserito il campo nomadi di Strada della Berlia tra i progetti da finanziarie da parte del governo nazionale: sono stati richiesti circa 500mila euro per un progetto di rigenerazione urbana. Tra le attività del progetto sono previste la demolizione delle baracche, delle abitazioni e dei locali comuni in muratura, lo smaltimento di macerie e rifiuti (previa differenzazione in loco e trasporto in discariche autorizzate), lo smantellamento delle torri faro e infine la delimitazione dell’area e messa in sicurezza.
Questo finanziamento, se approvato, potrebbe mettere fine al campo per come i collegnesi lo conoscono da oltre 20 anni. Al momento non è stato indicato alcun progetto per quell’area, che dunque rimarrebbe recintata in attesa di una nuova destinazione. Basterà per evitare la rioccupazione abusiva, considerando quello che è accaduto nell’area ex Mandelli e nell’area del parcheggio Fermi?
Era il 1997 quando, ai sensi della Legge Regionale n. 26, vennero realizzate 28 piazzole con allacciamento per l’energia elettrica ed acqua ad uso privato, servizi igienici con lavatoi e docce, illuminazione pubblica, struttura polivalente, area per la raccolta rifiuti, un’area attrezzata per gioco bimbi. Il tutto recintato e con impiant fogniari e anti incendio, per un costo totale di 600mila euro circa.
Ma i problemi inziarono presto: costruzioni abusive, rifiuti, danneggiamenti, bollette da pagare. Oltre ai 264mila euro di debiti verso SMAT, un consigliere collegnese ha ricordato che già negli anni passati si era affrontata una discussione simile per un debito da circa 700mila euro, poi – secondo la ricostruzione – pagati per metà dal Comune di Collegno e per metà da SMAT (ovvero dai soci, tra cui il Comune di Collegno).
Lo stesso Comune sottolinea nel documento di progetto che il campo ha generato “la necessità di ripetuti e continui costi di manutenzione e sostituzione negli anni con costi elevati a carico della collettività“. Nel documento non è indicato a quanto ammontino questi costi, ma come si legge sono “elevati”: a portare a galla il tema anche un intervento di Striscia la Notizia. Tra costruzione, demolizioni, manutenzioni è facile ipotizzare un costo totale di qualche milione di euro.
Secondo i documenti del Comune, l’area attrezzata si presenta oggi “con le piazzole in una condizione di estremo disordine, precarietà, presenza di manufatti abusivi lungo le vie di fuga, oltre alla presenza di masserizie e rifiuti che rendono difficile l’accessibilità mettendo in situazione di possibile rischio incendio l’intero campo”.
Le strutture per ospitare uffici e servizi “si presentano in evidentissimo stato di degrado a causa dei ripetuti danni provocati dagli stessi abitanti. Serramenti sfondati, impianti idrico-sanitari manomessi, scarichi intasati, dispositivi antincendio asportati, pluviali rimossi o schiacciati”.
Tra gli altri danni elencati, “la recinzione di delimitazione dell’area è stata manomessa”, “asportando gli elementi prefabbricati spesso riutilizzati nelle case private“. Le caditoie ed i sottoservizi risultano intasati e la strada esterna al campo che corre lungo la Dora Riparia “nonostante i controlli, si presenta occupata da roulotte, auto demolite e capanni/legnaie“. In ultimo la gestione dei rifiuti “avviene con modalità non corrette che implicano mancanza di decoro, proliferare di ratti e disagio ai frequentatori delle aree industriali oltre ad intralcio nella percorrenza delle viabilità”.
L’Amministrazione ha dunque agito “in merito allo sblocco del sequestro delle singole unità abitative per avviare, così, un processo di superamento del Campo Nomadi che preveda la ricollocazione dei nuclei al di fuori di esso”. Secondo il documento, i nuclei attualmente residenti al campo sono 18.
Nell’agosto 2020, il tema della chiusura era stato affrontato in Regione a seguito di una interrogazione M5S. Previsioni temporali non ne vengono fatte: mentre è in corso uno scambio di accuse tra destra e sinistra collegnesi, i cittadini attendono di conoscere dal sindaco Casciano se esiste una data di massima entro cui il progetto sarà avviato.