Più di 60 stalli per i monopattini elettrici in sharing rifatti a meno di due mesi dal lancio del servizio. Un’attività probabilmente pagata dai cittadini di Collegno, che vorrebbero semplicemente una città con strade asfaltate e maggiore attenzione al ripristino delle strade dopo i lavori. La Fabbrica del Duomo in salsa collegnese!
Eppure, con una serie di post su Facebook, l’assessore Treccarichi ci tiene ad informare che “nell’ultima settimana abbiamo provveduto ad adottare alcune migliorie negli oltre sessanta stalli virtuali in città, migliorandone la posizione, la grandezza, la tracciatura, al fine di soddisfare al meglio le esigenza dei nostri cittadini.”
La domanda sorge spontanea: non era possibile ragionare prima raccogliendo indicazioni e agire solo dopo, in modo da non fare e rifare il lavoro? Se da un lato è positivo che si correggano errori, nel momento in cui oltre 60 stalli vengono rimaneggiati significa che poche settimane fa il lavoro fatto non andava bene. Perché a Collegno non si chiede l’opinione dei cittadini PRIMA, e solo DOPO si effettuano gli interventi?
Ad esempio, grazie all’U.I.C.I (unione italiana ciechi ed ipovedenti) sono state raccolte indicazioni utili sul posizionamento degli stalli: perchè questo contributo non è stato chiesto prima di lanciare il servizio?
Adesso è necessario spostare il posizionamento di oltre 60 stalli dopo aver speso soldi e risorse pubbliche poche settimane fa. Chi paga questa operazione di spostamento?
Speriamo che questo utilizzo delle risorse pubbliche possa essere dirottato altrove: curiosamente nelle stesse foto postate dall’assessore si vede come il ripristino dell’asfalto non sia esattamente impeccabile.
Una situazione che chi abita a Collegno purtroppo conosce bene. Se un decimo dell’attenzione e solerzia dimostrata sugli stalli fosse messa nella manutenzione stradale, i cittadini di Collegno viaggerebbero su strade migliori.