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Qualcosa si muove nell’area delle ex acciaierie Mandelli a Collegno, al centro delle polemiche per essere diventato un accampamento abusivo in cui decine di persone vivono in condizioni precarie da anni.
Dopo le proteste dei cittadini collegnesi e le azioni legali minacciate dai residenti, arrivano i primi risultati anche grazie alla petizione che chiede un intervento urgente per ripristinare condizioni civili.
Il 2 aprile, con l’ordinanza numero 7, il sindaco ordina alla proprietà Nord Ovest Immobiliare di iniziare entro giovedì 15 aprile 2021 “i lavori di pulizia dell’area e del perimetro esterno, con rimozione dei rifiuti e di tutti i materiali ivi depositati, il taglio delle erbacce e degli arbusti infestanti, nonché la contestuale derattizzazione dei suddetti luoghi”.
Non c’è traccia nell’ordinanza di accenni alle decine di persone – inclusi bambini – che vivono in condizioni igienico-sanitarie precarie, in baracche di fortuna. Ultimo sgombero coatto attorno a dicembre 2018, quando il sindaco dichiarava “Spero che l’inizio dei lavori della metropolitana – conclude Casciano – costituisca il volano per il rilancio dei lavori in quell’area”. A quasi tre anni di distanza, la situazione non è cambiata: addirittura nella primavera 2020 una giovane mamma partorì all’interno dell’area, con intervento dei Carabinieri.
Nelle premesse dell’ordinanza si legge che il Sindaco ha “accertato che nell’area in oggetto sono presenti ingenti quantità di rifiuti ed abbandoni di ogni tipologia di materiale”, ha “verificato inoltre che sono presenti erbacce infestanti, arbusti e rovi, anche lungo il perimetro della stessa, che oltre a determinare una situazione indecorosa possono facilmente determinare l’innesco di un incendio con conseguente pregiudizio dell’incolumità pubblica”, ha “rilevato che il persistere del degrado dell’area, sia all’interno che all’esterno, ha portato il proliferare di ratti con l’aggravamento delle condizioni igienico sanitarie anche delle aree residenziali poste in prossimità dell’area in argomento, generando una situazione che influisce negativamente sulla qualità della vita degli abitanti negli stabili adiacenti“. Riassumendo, nell’ordinanza si rilevano rifiuti ed erbacce, con proliferare di ratti. Niente altro.
L’ordinanza è stata comunque notificata anche a Prefetto, Carabinieri e Polizia Municipale, perché “concorrano alle operazioni logistiche, strumentali od operative”. Nelle operazioni di pulizia – ad esempio quelle del Cidiu o la rimozione di rifiuti in Via Sassi – , a maggior ragione effettuate da un privato, solitamente non vengono allertate le forze dell’ordine.
Collegno Rinasce continuerà a chiedere che la situazione sia risolta una volta per tutte con il ripristino delle condizioni igienico-sanitarie, in particolare aiutando i minorenni a trovare sistemazioni alternative adeguate e liberando gli abitanti della zona da un problema che ormai si trascina da quasi 20 anni senza soluzione (era infatti il 2001 quando l’allora sindaco D’Ottavio annunciava la prima asta, poi andata deserta).
Ecco cosa dichiarava a LaStampa nel 2001:
“Chiunque credere di poter costruire dei palazzi può restare a casa”, “Il piano regolatore prevede area a servizi e su questo non faremo un passo indietro”, “Lì si possono edificare impianti sportivi, servizi socio assistenziali, scuole” diceva l’allora sindaco. Sappiamo com’è andata: a novembre 2020 il Consiglio comunale ha approvato la variante urbanistica che raddoppia le altezze edificabili portandole a 10 piani, dando il via libera alla costruzione di decine di palazzoni oltre all’ennesimo centro commerciale a duecento metri da Aldi e a cinquecento metri dalla Coop.
Un’operazione immobiliare in grande stile che, travestita da rigenerazione urbana, sancisce il definitivo addio al sogno delle giunte precedenti di trasformare la ex Mandelli in un polo di servizi per i cittadini lasciando spazio a palazzoni e centri commerciali. Era l’unica soluzione? E’ questa la visione della Collegno futura?
Al momento comunque non è stata comunicata una data di inizio dei lavori. Il Sindaco Casciano parla di iter burocratico quasi completato, senza chiarire se il progetto sia già stato presentato o approvato e se ci sia già un cronoprogramma. Il rischio è che, dopo l’ennesimo sgombero, l’area torni velocemente alla situazione attuale, continuando a creare enormi disagi ai cittadini collegnesi che abitano nelle vicinanze.